Gluten sensitivity e celiachia: che differenza c’è?
Sempre più spesso, soprattutto in questo ultimo periodo, mi ritrovo davanti a pazienti che hanno il dubbio di essere celiaci, oppure hanno sentito parlare di glutine alla televisione o alla radio e hanno intrapreso curiose diete che li hanno però condotti ad una maggior confusione e ad un peggioramento dello stato di salute. Facciamo allora un po’ di chiarezza.
Che cos’è il glutine?
“Glutine” è un termine generale utilizzato per indicare un complesso proteico presente in alcuni cereali come il grano, l’orzo,il farro, la segale, il kamut e l’avena. Tale complesso è formato da glutenine e prolamine, queste ultime responsabili dell’effetto tossico nell’individuo celiaco, cioè intollerante al glutine. Le prolamine hanno alcuni domini (cioè alcune parti della loro struttura) resistenti alla degradazione da parte degli enzimi intestinali; questo fatto porta ad un accumulo di frammenti proteici relativamente grandi nell’intestino stimolando, nel celiaco, l’attivazione del sistema immunitario intestinale e provocando, di conseguenza, danno alla mucosa intestinale.
La malattia celiaca è quindi un’enteropatia autoimmune provocata da un’infiammazione cronica della mucosa intestinale, atrofie dei villi intestinali e numerose manifestazioni cliniche extra-intestinali. La cura per l’individuo celiaco è, di conseguenza, la dieta totalmente priva di glutine.
Il numero di persone che in questi ultimi anni sta acquistando prodotti senza glutine è aumentato di molto. Si stima che circa il 20% della popolazione negli Stati Uniti, quindi un numero molto più elevato rispetto alla popolazione celiaca, acquisti prodotti senza glutine.
Come mai individui non celiaci acquistano prodotti senza glutine?
Esiste ed è documentata la presenza di alcuni sintomi provocati dall’ingestione del glutine in individui non affetti da malattia celiaca. Tale manifestazione di sintomi è stata chiamata sensibilità non celiaca al glutine (NCGS), oggi più comunemente conosciuta come “gluten sensitivity” e si manifesta con sintomi gastrointestinali ed extra-intestinali che regrediscono evitando l’assunzione di questo complesso proteico. I sintomi gastrointestinali comprendono nausea, diarrea, gonfiore, dolori addominali e flatulenza, mentre quelli extra-intestinali includono letargia, fatica, mal di testa, “cervello annebbiato”, intorpidimento di mani e piedi e dolore muscolo-scheletrico.
In molti casi i pazienti con NCGS sono affetti da sindrome del colon irritabile oppure da una patologia autoimmune, ma in alcuni casi sono invece perfettamente sani, ma alcuni studi ipotizzano abbiano dei difetti nella barriera epiteliale intestinale.
Ribadisco quindi anche in questo caso l’importanza della cura dell’intestino, la cui barriera ci protegge da molteplici danni e ci assicura un migliore stato di salute.
In ogni caso è necessario che il paziente non si imbarchi in diete fai da te e si consulti con un esperto per capire se e come, sia necessario eliminare il glutine. In questo modo eviterà ad esempio, di intraprendere una dieta ricca in alimenti ad alto indice glicemico (molti dei prodotti senza glutine hanno infatti un’elevata carica glicemica), e potrà seguire un piano alimentare equilibrato e salutare.
Dott.ssa Chiara Rigon
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